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la missione del Berghini riuscisse a bene è noto a quanti s’interessarono in quel tempo all’esito di tali trattative, le quali ognuno che amava assennatamente la patria italiana scorgeva essere di vitale interesse pe’ suoi destini. Il Farini nella sua lodata istoria dello Stato romano parla a lungo della missione di quel Berghini, e loda gli atti che ad essa si riferiscono, atti di cui fu autore il nostro protagonista; e non solo loda quegli atti, ma nota come il Borgatti sapesse apprezzare i prudenti consigli forniti dai governi inglese e francese, e tentasse con grande coraggio di renderli accetti ai governanti di Roma. Ecco le precise parole in proposito dello storico:

«Nè il governo inglese per Marioni solo, ma per altre vie mandò consigli prudenti: chè lord Napier venne a Roma in maggio in sembiante di curioso ammiratore di monumenti, ma in verità per capacitare i governanti della necessità di accomodarsi a partito prudente. Ma quelli non vollero venire a discorso con lui, ed il solo Borgatti, savio ed integro giovine che per amor di bene era rimasto in ufficio, fu più volte a lui, ne udì e pregiò i consigli, ma tentò indarno renderli accetti ai triumviri.»

Rimasto il nostro protagonista con raro esempio di abnegazione a disimpegnare le spinose sue ingerenze fino all’ingresso delle truppe francesi in Roma, non credette da quel momento dover continuare a restare al suo posto, sebbene fosse invitato a ciò dal generale Oudinot.

Sì decoroso e leale contegno, non che i servigi da esso resi al paese e gli sforzi da lui fatti, sebbene invano, non per sua colpa, onde di più cospicui ancora retribuirgliene, valsero a conciliare al nostro protagonista la stima di coloro stessi che non nutrivano le di lui convinzioni politiche. Talchè il Rusconi nella sua storia della Repubblica romana ebbe a dire del Borgatti ch’egli rese mille servigi di alta importanza al paese, e i giornali esteri medesimi, in particolar modo il Dèbats e il Daily-News, in articoli riguardanti le cose di Roma, trovarono occasione di dare encomi all’onesto di cui descriviamo la vita.

Altri ne’ piedi del Borgatti avrebbe potuto e voluto