Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/198

Da Wikisource.

– 128 –

1821 subi in Torino con distinzione gli esami di magistero, ed incominciò poscia a seguire le discipline legali.

Tolto in uggia dai prefetti degli studenti, creati e diretti dai gesuiti, e sofferte noje e persecuzioni che lo indignarono vivamente, dopo quattr’anni di studio lasciò l’università, e restituitosi in patria, amante delle lettere e delle scienze qual si era, attese ad ornarsi lo spirito di cognizioni svariate e geniali vivendo vita privata.

Incominciò ad esercitare pubbliche funzioni, coll’esser chiamato a reggere provvisoriamente il regio Monte di Pietà, ed eletto indi a poco a Presidente dalla direzione stessa di esso Monte, ebbe a riordinarne non solo i vetusti regolamenti, ma volle anche dar loro un maggiore sviluppo, attuando l’idea da lui preconcetta di riunirvi una cassa di risparmio. L’effettuazione del qual divisamento ebbe ottimo risultato, dappoichè quell’istituzione è in oggi fiorente, ed ha resi e rende al paese importanti servigi.

Il nostro protagonista può egli pure ascriversi ad onore d’essere stato uno de’ soci fondatori della Società Agraria, società destinata tanto a preparare il terreno politico alle libere istituzioni che si contava impiantarvi, quanto ad ammegliare le culture delle campagne. Il conte Brizio-Falletti vi ebbe parte attivissima e fu direttore del Comizio locale.

Resosi di tal guisa conosciuto, tuttochè giovine, re Carlo Alberto, che fin d’allora meditava il gran disegno di far l’Italia, e voleva quindi stringere a sè gli uomini intelligenti, dell’opra de’ quali sapeva non esser lontano il giorno in cui avrebbe bisogno, il nominò nel 1844 a sindaco di Brà, e poscia a consigliere provinciale.

Quest’ultima carica porse occasione al nostro protagonista nelle riunioni in Alba, ed in quelle tenute alla divisione di Saluzzo di sedersi a fianco di quei distinti personaggi che han nome marchese Cesare Alfieri, conte Camillo di Cavour ecc. ecc.

Ed il marchese Alfieri, difatto, da quell’uomo avveduto e devoto ai patri interessi ch’egli è, stando in allora alla testa del Ministero della Pubblica Istruzione e volendo portare gli studî all’altezza che richiede-