Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/237

Da Wikisource.

— 149 —


Forniti i primi studî nell’antica capitale del Piemonte, il Chiaves conseguì quivi alla regia università nel 1846 la laurea in leggi ed imprese subito dopo il forense tirocinio nello studio dell’avvocato Giovan Ballista Cornero di onoranda memoria. Dotato di molta vivacità di sentire e di svegliata fantasia, gli occorse di scrivere e di divulgare varî componimenti poetici, i più ispirati da patrio amore, che si leggono con molto interesse come quelli che, facili e spontanei qual sono, riboccano di nobili pensieri e di gentilissimo affetto.

Havvi, nelle varie raccolte pubblicale dagli amici del Chiaves de’ suoi versi, non poche poesie umoristiche, le quali, dettate con la solita scorrevolezza, non mancano di quell’acuità epigrammatica che tanto ha rese celebri quelle del Giusti. Tali pubblicazioni, se valsero ad attirare sul Chiaves la benevola attenzione degli uomini d’ingegno e di cuore, gli fruttarono puro l’avversione e i sospetti della polizia di quei tempi e della fazione retriva.

Ad ogni modo si volle di già far capitale del giovine poeta, sulla fermezza del cui patriottismo si sapeva di poter contare, affidandogli, in quello intervallo di tempo che scorse fra i due disastri di Custoza e di Novara, l’ufficio di commissario straordinario nella divisione d’Ivrea.

Sotto un pseudonimo bastantemente noto — che però non tolse ch’egli assumesse sempre la responsabilità de’ propri scritti — il Chiaves pubblicò sopra un giornale umoristico di Torino, la cui fama è oggi italiana, molte satiriche poesie, che venivano gustate vivamente dal pubblico. Le cresciute cure forensi e la sua prima elezione a deputato al Parlamento, impedirono più tardi al nostro avvocato-poeta di continuare a fornire di quella sorta di componimenti ameno-frizzanti il Fischietto — il nome del foglio ci sfuggì dalla penna! —

Dimenticavamo di notare che nei primi anni della sua forense carriera il Chiaves, ch’ebbe a sostenere dinanzi ai magistrati frequentissime difese di giornali liberali e specialmente in materia politico-religiosa, pubblicò un libro pei giurati sotto il titolo di Manuale