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Il dì 13 luglio del 1841 re Carlo Alberto conferì ad Emmanuele Bich, in benemerenza de’ servizi da lui resi al governo e al paese non che per riguardo alla lunga ed inalterabile devozione de’ suoi antenati verso l’illustre Casa di Savoja, il titolo patrizio di barone, trasmissibile ai suoi discendenti maschi per ordine di primogenitura.
Nell’agosto poi del 1854 il nostro protagonista, che specialmente pe’ suoi studi ed opere sull’interessantissima questione del cretinismo aveva ricevuto l’onore d’esser nominato membro delle più cospicue accademie scientifiche d’Italia e dell’estero, venne creato cavaliere dell’ordine Mauriziano, nel qual ordine venne promosso ad ufficiale nell’ottobre dell’anno scorso.
Non è da tacersi che il Bich appartenne, in qualità di direttore del Comizio agrario locale, e di membro in Torino, a quell’associazione agraria che contribuì tanto al risorgimento italiano col preparare il movimento liberale presso i consiglieri del magnanimo martire d’Oporto.
Il collegio elettorale di Quart ha inviato a sedere in seno del primo Parlamento del regno italiano il barone Emmanuele, porgendogli così nuova occasione di giovare efficacemente alla patria.
È nato in Masserano, terra del circondario di Biella da Orazio e da Orsola dei conti Avogadro di Quaregna il 25 febbrajo del 1806.
La sua intelligenza fu assai precoce, sì che non compito ancora l’ottavo anno veniva messo allo studio del latino, studio quasi unico a quei tempi pei giovanetti di civil condizione; a dodici anni intraprendeva in Vercelli il corso di filosofia, ed a quattordici, nel 1820, si recava all’università di Torino per apprendervi legge.