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i suoi soldati, nonostante le gravissime perdite sofferte nella lunga e disperata pugna poco innanzi combattuta, marciavano al terribile attacco con tanto ordine come se uscissero dalla caserma per recarsi all’esercizio, e pervenuti ai piedi di quelle stesse alture su cui giacevano estinti un sì gran numero de’ loro camerati, si slanciarono ad impadronirsene al grido mille volte ripetuto di Viva il Re! con tale irresistibile foga, che, due volte respinti, riuscirono alfine a restare padroni delle posizioni occupate dalla destra del nemico, e ad impossessarsi di tre pezzi della sua artiglieria, mentre la 3a divisione e la brigata Aosta ributtavano gli Austriaci al centro e sulla sinistra.

La tattica del generale Cucchiari, durante tutta la battaglia combattuta, come già abbiam detto, senza che si fosse potuto stabilire un piano generale, fu sempre quella di restar padrone della via Lugana, importantissima pel nemico, e di tenere in pari tempo occupata ed osservata la strada di ferro che vien da Peschiera, onde non esser sorpreso alle spalle o sul fianco da un corpo ostile, sortito da quella piazza.

Nell’ultimo e trionfante attacco della sera, la quinta divisione perdette ancora 700 uomini; rientrati poi i dispersi e prigionieri, la perdita reale resultò di 298 morti, di cui 19 ufficiali, e di 1326 feriti, cifra enorme sovra un totale di 10.000 combattenti.

Come in quella gloriosa giornata, che valse al nostro protagonista la promozione sul campo di battaglia a luogotenente-generale, egli non si rimanesse neppur ferito, è cosa, a detta dei testimoni oculari, che sa del portento, mentre il Cucchiari si mostrò sempre ove più forte era il pericolo e più calda ferveva l’azione.

Commendatore d’Isabella la Cattolica, insignito della medaglia commemorativa francese per la campagna d’Italia, grande ufficiale dell’ordine Mauriziano, dell’ordine militare di Savoia e della Legion d’onore, il Cucchiari è stato eletto dal collegio della nativa Carrara membro del primo Parlamento del regno italiano.