Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/286

Da Wikisource.

– 180 –

gnato, se la famosa rivoluzione del 1848 non avesse impedito ai governanti stranieri di dare esecuzione al loro progetto.

Il governo provvisorio di Milano chiamò il Nazari a presiedere il Consiglio di Stato, nel disimpegno delle quali eccelse funzioni seppe accrescere il cumulo di stima professata verso di lui dai propri concittadini.

Accaduta la funesta restaurazione del dominio austriaco, quel governo, volendo con ipocrite dimostrazioni di completo perdono e di leale interessamento al benessere delle risommesse provincie italiane attirare a sè alcune delle persone ch’erano più apprezzate dalla pubblica opinione, non fece risparmio a tal fine di promesse e di seduzioni per acquistarsi anche il Nazari; ma questi, che non era merce da accattarsi, seppe sempre schermirsene, e restar sulle sue, mantenendosi nella condizione privata.

Giunto finalmente il tanto desiderato momento del riscatto d’Italia, egli fu tosto assunto in qualità di direttore presso la regia amministrazione centrale della Lombardia, nominato ufficiale dell’ordine cavalleresco Mauriziano, ed elevato poscia alla dignità di Senatore del regno italiano.





Questo giovine membro dell’Assemblea nazionale, nato in Milano dal nobile Giuseppe e dalla contessa Marianna Parravicini nel 1825, ha fornito i suoi primi studî nel collegio Longone, quindi privatamente e senza pensare a toglier laurea in nessuna professione, attese agli studj legali nella città nativa.

Possedendo importanti beni territoriali nel territorio di Verdello, ov’egli gode di molta popolarità per le sue filantropiche azioni, avendo anche sempre fatto parte di quel consiglio comunale, fu da quel collegio inviato a proprio rappresentante in seno all’Assemblea della risorta nazione.