Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/312

Da Wikisource.

— 198 —

oggi alla fine ad aversi questa patria libera e cementata in un solo fascio, per conseguire la quale tanto sangue di martiri fu sparso, non può non balenare alla mente che disegno provvidenziale fosse ormai che Italia esistesse, dacchè la Provvidenza appunto concedeva a questa sublime e straziala madre delle nazioni, contemporaneamente, tre uomini sommi, inarrivabili, necessari, a ciascun de’ quali attribuiva la propria parte da sostenere nel gran dramma del rigeneramento italiano.

Di questi tre grandi personaggi, l’uno rappresenta il principio, l’altro il consiglio, il terzo l’azione; il primo si chiama Vittorio Emmanuele, il secondo Cavour, l’ultimo Garibaldi!

Se un sovrano di un valore, di un patriottismo e di una lealtà aperta e inconcussa, cui tutto il mondo civile dà in oggi quei titoli di primo soldato della nazione e di re galantuomo dalla riconoscenza de’ suoi popoli spontaneamente, unanimemente assegnatigli, ispirando fiducia, amore, devozione ad ogni abitante della penisola, non avesse ad ognuno di essi mostrato che gloriosamente sul suo capo e con piena sicurtà delle costituzionali franchigie poteva venir collocato il serto del re d’Italia, egli è pur troppo evidente che la monarchia nazionale non si sarebbe in modo sì facile e solido costituita. Privi del centro luminoso intorno al quale oggi ognun che abbia fior di mente comprende come sia buono, nobile e salutare convergere, in tanta disparità di opinioni, contrarietà di tendenze e discrepanza di partiti, egli è giuoco forza ritenere che nè unità, nè indipendenza Italia avrebbe così tosto acquistate.

Se d’altra parte non possedevamo un uomo di Stato dalle larghe vedute, dall’eccelsa ambizione, dal fermo volere, che sapesse tendere una mano pronta e secura ai partigiani, ai fautori dell’italica redenzione per lutto ove l’acuto suo sguardo perveniva ad iscorgerli, e con una sapienza virile ed abile a un tempo non trascurasse occasione di sorta in cui fomentare e corroborare le sparte forze del nazionalismo italiano, acquistandogli utili simpatie ed alleanze efficacissime