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Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/320

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Garibaldi soggiornò sei mesi a Gualeguay, dimorando in casa di un don Giacinto Andreas che il colmava di gentilezze; un inconveniente soltanto turbava il suo animo, e questo inconveniente era ch’ei si vedeva in certa qual guisa ritenuto prigione, e che la sua goletta potea dirsi confiscata, sebbene gli si passasse uno scudo al giorno a titolo di compenso.

Quell’idea di prigionia gli sembrò così insopportabile che il nostro protagonista volle fuggire. Tradito da una guida, dato in pugno d’una mano di cavalieri, fu ricondotto legato come un malfattore a Gualeguay, ove un barbaro giudice, don Leonardo Millan, dopo avergli vanamente ultimato di denunziare coloro che avevano favorita la sua fuga, ebbe la crudeltà di farlo mettere alla tortura.

Sospeso pei polsi delle braccia a cinque piedi da terra, egli restò due ore in sì straziante positura, e non essendosi piegato a far nessuna rivelazione, fu caricato di catene e gettato in un carcere, ove il futuro liberatore d’Italia sarebbe forse morto, se la pietà di una donna, la signora Alleman, nol soccorreva in mille guise e il restituiva alla vita. Traslocato in Bajada, capitale della provincia, Echague il restituiva a libertà.

Più tardi la fortuna dell’armi fece cadere tra le mani del nostro eroe tutti i capi militari della provincia del Gualeguay; ei li fece liberar tutti, senza permettere che si recasse loro la benchè menoma offesa; soltanto non permise che gli si conducesse dinanzi il Millan, temendo che la costui presenza il facesse trascendere a commettere un qualche atto men degno di sè!

Imbarcatosi sovra un brigantino italiano, il nostro protagonista si recò a Montevideo, ove s’imbattè in molti amici, tra cui Gian Battista Cuneo e Napoleone Castellini. Là ritrovò pure il Rossetti, insieme al quale, dopo un mese di soggiorno, si portò a Piratinin, sede del governo di Rio-Grande, la capitale (Porto Allegro) essendo caduta in potere degl’imperiali.

Non crediamo far cosa discara al lettore dandogli una descrizione, cavata dalle memorie di Garibaldi redatte dal Dumas, del Piratinin, paese de’ più belli e pittoreschi del mondo.