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«Il territorio è diviso in due regioni; regione piana, e regione montuosa.

«La pianura è completamente tropicale; là sorgono il banano, la canna da zucchero e l’arancio. Tra i fusti di tali piante striscia il serpente a sonagli, il serpente nero, e il serpente corallo; là, come nelle giungle indiane scorrazzano il tigre, il giaguar e il puma, inoffensivo leone della grossezza d’un cane del San Bernardo.

«La regione montana è temperata invece come il bel clima di Nizza; ivi si raccoglie la pèsca, la pera e la susina, tutte in una parola le frutta d’Europa: ivi si estollono quelle stupende foreste, di cui niuna penna varrà mai a dare la descrizione esatta, coi lor pini dritti quali alberi da nave, alti ben cinquanta braccia dal suolo, e di cui sei uomini appena bastano ad abbracciare il tronco. All’ombra di quei pini crescono i tacaros, gigantesche canne, che simili alle felci anti-diluviane pervengono ad ottanta piedi d’elevazione, sebbene alla base sieno appena grosse quanto il corpo d’un uomo; ivi si rinviene la barba de pao, o, traducendo alla lettera, barba degli alberi, che si adopra a mo’ di tovagliuolo, e quelle liane il cui molteplice intrecciamento rendono inestricabili i boschi; colà si trovano quelle vaste praterie, dette campestre, in cui sorgono intere città: Lima da Serra, Vaccaria, Lages; — non soltanto tre città, ma tre dipartimenti; — popolazione caucasiana, d’origine portoghese, e omericamente ospitale.

«Colà il viaggiatore, non ha bisogno di dir cosa alcuna, nè di chiedere checchè si sia. Entra nelle case, sen va direttamente nella camera riservata all’ospite, e i domestici vel raggiungono, lo scalzano e gli lavano i piedi; rimane il tempo che vuole, parte quando gli torna comodo, non dice addio, non ringrazia neppure, ove il creda, e malgrado tale dimenticanza quegli che gli succede non è accolto men bene.

«Ivi e la gioventù della natura, il mattino dell’umanità.»

Accolto ammirabilmente a Piratinin dal governo di quella repubblica e dal suo cavalleresco presidente,