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ovviare a sì grave inconveniente, Garibaldi, che tra l’eccelse qualità d’uomo di guerra ond’è distinto possiede in sommo grado quella di aver sempre pronta la risorsa e il mezzo di scampo nelle circostanze più critiche e perigliose, pensò a far caricare i due bastimenti su enormi carri appositamente costrutti e trascinati da duecento bovi che li tradussero sulle rive del lago Tramandai. Di colà, non senza aver superate le più aspre difficoltà, pervennero a prendere il mare. Ma la stessa sera in cui a sì grande stento erasi ottenuto cotal risultato, una spaventosa tempesta spingeva contro la costa il barcone guidato dal nostro eroe in persona, il quale, trovandosi al momento della catastrofe sulla cima dell’albero di mezzo, d’onde sperava scoprire un passaggio attraverso gli scogli, fu dall’urto scagliato ad una trentina di passi di distanza.

Sebbene ei si trovasse nella più perigliosa situazione, sapendosi abilissimo nuotatore non si preoccupò un solo istante della propria salvezza, ma sibbene di quella de’ suoi compagni di sventura, e riunendo una porzione degli oggetti che a cagione di lor leggerezza potevano galleggiare, sì dette a respingerli verso l’abbattuto barcone, mantenuto ancora dalla propria alberatura con un fianco fuora dell’onde. Sventuratamente gli sforzi proprio sovrumani del nostro eroe non poterono impedire che sedici degl’intrepidi suoi marinari non perissero, e tra questi sei italiani, due dei quali affezionatissimi a Garibaldi.

Dopo esser riuscito a trionfare dello straziante dolore che tanta perdita gli aveva arrecato, mediante un supremo sforzo della ferrea sua volontà, il nostro protagonista si mise alla testa dei superstiti e si avanzò nelle terre le cui coste erangli state così fatali.

Per fortuna quella porzione della provincia di Santa Caterina ove era accaduto il sinistro si era già sollevata contro gl’imperiali, dimodochè i naufraghi, invece di trovar de’ nemici, furono accolti da fedeli alleati, che misero a lor disposizione tutti quei mezzi di trasporto dei quali nella lor povertà era lor dato far uso.

Rimessisi quindi quasi subito in marcia onde raggiungere l’avanguardo del generale Canavarro, coman-