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glimento, promisero baldi di seguire l’augusto consiglio, ed ognuno sa se han mantenuta la loro promessa.

Inviato nelle Legazioni qual regio commissario il cavaliere Massimo d’Azeglio, l’Albicini sostenne l’incarico di gerente il ministero della pubblica istruzione; sottentrato al d’Azeglio il colonnello Leonetto Cipriani, questi il nominò effettivamente ministro di pubblica istruzione e di beneficenza.

Eletto nel settembre del 1859 dai suoi concittadini deputato all’Assemblea costituente delle Romagne, veniva poco dopo dal dittatore Farini chiamato a far parte della Commissione legislativa per l’assimilazione delle leggi pontificie alle sarde, onde più sostanzialmente si operasse questa fusione tra il vecchio e novello stato, ch’era nei voti di tutti i buoni patriotti.

Ministro senza portafogli, e interinalmente ministro delle finanze, il conte Albicini continuò, e col consiglio e coll’opra, a rendere utili servigi al paese, talchè, allorquando la tanto sospirata annessione divenne un fatto compiuto, ei s’ebbe dal governo, qual meritata ricompensa, la rosetta d’ufficiale nell’ordine Mauriziano, e da’ suoi forlivesi l’elezione di deputato al Parlamento nazionale, ove ha preso posto tra i più devoti ai sommi Italiani che siedono al banco dei ministri.





Il dì 16 aprile del 1798, nella città di Livorno, da Giovanni Stefano, ufficiale dapprima in Piemonte, poscia maggiore nel 3.° di fanteria di linea dell’impero francese, e da Caterina Bosso, è nato il cavaliere Albasio.

Nel 1813 egli ottenne dalla munificenza dell’imperatore Napoleone I un posto gratuito nella scuola militare di Saint-Cyr. Accudiva colà assiduamente agli studî mediante i quali doveva conseguire il suo brevetto di