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Impresi quindi gli studî legali, essendo chiusa l’Università di Modena, fu costretto a seguirli nel Convitto di Reggio, dove ebbe a maestro quell’eccellente professore di Pandette che fu Jacopo Bongiovanni, dal quale nell’animo del giovine studente venne ispirato l’amore il più vivo pel Diritto Domano.

Uscito da quel Convitto compiè lo studio col laurearsi in Modena, subendo un felicissimo esame.

Terminati i due anni di pratica prescritti dalla legge, si diede tosto il Chiesi all’esercizio dell’avvocatura, sicchè mediante l’applicazione sua e il pronto naturale ingegno venne presto in fama di abilissimo giureconsulto, non solo, ma anche di efficace ed onestissimo patrocinatore. Amiamo ricordare che una causa, tra le altre, rimasta memoranda nel foro di Reggio, gli fornì propizia occasione di dar prova non solo della sua dottrina e de’ suoi talenti, ma sibbene anche del proprio coraggio civile.

Si trattava in tal causa di fare annullare il testamento in cedula segreta estorto alla defunta contessa Govenani, debole di mente, con illecite blandizie dal medico della testatrice, protetto dal duca Francesco IV e specialmente favorito dal conte Scapinelli, governatore di Reggio, e da tutta la setta dei partigiani del governo austro-estense.

Il pubblico plaudiva al coraggio del giovine avvocato, che si era assunto l’arduo incarico di difendere causa sì giusta contro un avversario forte per sè e gli aderenti, e soprattutto potente per la protezione ducale, ma disperava affatto che il Chiesi valesse ad uscire trionfante nella lotta.

Si fu in quella occasione che il nostro protagonista dette alle stampe un’elaborata memoria, letta avidamente in tutto il Ducato, e che gli attirò il plauso e l’ammirazione di tutti i ben pensanti. Questa memoria, e le orazioni da lui eloquentemente proferite nei dibattimenti dinanzi ai tribunali di prima e di seconda istanza fecero sì che entrambi i giudizî di questi due tribunali gli accordassero un pieno trionfo: il testamento venne annullato e l’eredità, tolta all’erede testamentario, fu concessa al naturale e legittimo.