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gli ordini del marchese Balbi-Piovera, generale della guardia nazionale, fu uno dei più diligenti ed utili ufficiali di stato maggiore di essa guardia, sopratutto nelle difficili occorrenze nelle quali incombeva mantener l’ordine, sovente allora turbato in quella città.

Dopo il 1848, e dopo la funesta battaglia di Novara, egli si sentì così affranto l’animo da quelle tremende nazionali sciagure, dovendo rinunciare per uno spazio di tempo di cui non potevasi prevedere la lunghezza, alla speranza della liberazione della patria italiana, che si ritirò in una sua campagna presso Genova, dalla quale non si dipartì che rarissime volte e per corto intervallo, durante ben cinque anni.

Gravissimi affari d’interesse lo avrebbero richiamato a Napoli, ma non sentendosi il cuore di assistere di presenza al mal governo dei Borboni, preferì scapitar molto, piuttosto che ritornare in quel reame.

Nel 1853 alcuni amici vollero ch’egli uscisse da quella sua solitudine, e si rimettesse nella vita civile e politica. Per ciò fare lo indussero ad accettare il mandato di rappresentante al Parlamento nazionale, offertogli nella prima sessione di quello stess’anno. In seno a quell’augusta assemblea il marchese Imperiali si distinse ancora per l’assennatezza e il patriotismo delle sue opinioni. Sedendo al centro sinistro, ed appoggiando di tal guisa la politica del ministero, egli non mancò tuttavia di opporsegli in diverse occasioni, allorquando la propria coscienza gli suggeriva dover tornar utile al paese il farlo.

Nei 1854 eletto a sindaco nel comune di San Fruttuoso presso Genova, infierendo ivi il cholera, si adoprò con tanto zelo e pietosa cura al sollievo di quella misera popolazione decimata dal terribile morbo asiatico, che n’ebbe ad attestato di sovrana rimunerazione la medaglia d’onore.

Nel 1855 fu elevato alla dignità di senatore; e nel Senato il marchese Imperiali si distingue tuttavia per la sua devozione alla causa nazionale e al saggio governo che così efficacemente l’ha promossa e promuove.