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deva digià di una riputazione splendida per la sua giovine età e che era d’altronde uomo importante pel rango che occupava la propria famiglia, fosse chiamato a direttore dei dazî indiretti.

Di questa maniera entrato nella gestione dei pubblici affari, il nostro protagonista ebbe maggior campo di darsi a conoscere, non solo quale abile e diligente amministratore, ma come uomo animato sempre dallo spirito di tornare utile alla patria terra, sicchè i suoi concittadini non tardarono a riporre in lui la più viva fiducia.

Conscio dell’infelice situazione nella quale gemeva il proprio paese, egli era già da varî anni a parte delle opere dei patrioti, che si proponevano di sottrarla alla tirannia dei Borboni, ed esercitava un’autorità incontrastata in mezzo a coloro che si adopravano a tal uopo da un’estremità all’altra dalla Sicilia.

Spuntò finalmente il 12 gennajo, in cui scoppiò in modo maraviglioso in Palermo quel moto insurrezionale, che non senza aver superato gravissime difficoltà e prepotente opposizione, riuscì alfine trionfante.

Membro del comitato provvisorio, il marchese di Torrearsa, che in mezzo ai gravi pericoli di quella lotta lunga ed ineguale diè prova costante d’un coraggio e d’un sangue freddo ammirevoli, influì non poco coll’autorità del proprio nome e la saggezza dei suoi consigli a far riuscire a bene quel primo periodo della rivoluzione siciliana.

Quando poi il comitato si chiamò generale, i poteri del governo provvisorio estendendosi sull’isola intera, il Torrearsa fu nominato presidente della sezione delle finanze, e poco dopo, convocatosi il Parlamento, egli era dalla sua città natale inviato alla camera dei comuni che a chiaro attestato del caso che faceva di lui, il nominava a grandissima maggioranza suo presidente. — Poco tempo dopo lo si voleva a ministro delle finanze, ma egli rifiutò decisamente il portafogli, essendo bene disposto al offrire i proprî servigi al paese ogniqualvolta questo, versando in difficilissime circostanze più imperiosamente ne abbisognasse, ma non intendendo sostener cariche importanti nei momenti di calma.