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Con regio decreto del 29 agosto 1858, il Cadorna veniva elevato alla dignità di senatore del regno.

Nell’ottobre dello stesso anno, S. M. il nostro ottimo re gli affidava nuovamente il portafoglio dell’istruzione pubblica, ch’egli conservava fino al momento in cui, dopo la pace di Villafranca, l’intiero gabinetto presieduto dal conte di Cavour dava in massa la sua dimissione. — Veniva allora creato consigliere di Stato in servizio ordinario.

Se noi dovessimo indicare di quante commissioni del più gran rilievo, dappoi che il nostro protagonista siede nel senato e nel consiglio di Stato, venne chiamato a far parte come presidente o relatore, non la finiremmo così per fretta; il consiglio provinciale di Pallanza ed il divisionale di Novara lo vollero anche in diverse epoche a loro presidente; una quantità di amministrazioni d’istruzione e di beneficenza lo annoverano pure in qualità di lor membro.

Gli scritti pubblicati dal commendatore Cadorna sono molti e notevoli; i più trattano soggetti morali e di pubblico insegnamento, altri di politica e di finanze. Disgraziatamente ci è tolto di poterli analizzare, ma noi non sorprenderemo nessuno dicendo ch’essi sono degni d’esser letti e studiati. Il Cadorna è grande ufficiale dell’ordine Mauriziano.





Gli fu padre quell’Emmanuele Vacca, virtuoso cittadino ch’ebbe alti uffici nello Stato, e madre Raffaela Marzano, donna esemplare e modello di domestiche virtù; egli nacque nel 1809 in Napoli.

Compiuti gli studî universitarî legali, entrava nel 1850, sostenendo pubblici esami in concorso, nella carriera della magistratura, salendo di grado in grado fino al posto da lui occupato nel 1848 di procuratore generale della gran corte criminale di Napoli.

Assunto in quell’epoca memorabile a direttore del ministero di giustizia, nel gabinetto diretto dal Troja,