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L’avvocato Carlo e Teresa Mattioli furono i suoi genitori; Bologna la sua patria, ove nacque il 31 gennajo del 1791.

Studiata legge in quella celebre università, vi prese laurea nel 1811, e, giovinetto ancora, ebbe la sorte d’intervenire ai congressi politici tenuti a Bologna sotto la presidenza di Pellegrino Rossi, dagli uomini i più distinti della città, allorquando Gioachino Murat nel 1813-14 aveva proclamata l’indipendenza nazionale italiana.

Dal 1814 al 1831 il Zanolini esercitò onoratamente la sua professione, non trascurando tuttavia di occuparsi attivamente, e di prender parte a quei conciliaboli, che tendevano a conseguire il risorgimento d’Italia.

Scoppiata la rivoluzione del 1831, il nostro protagonista fu uno dei membri del governo provvisorio di Bologna, e allorchè il movimento si estese in tutte le Legazioni, nelle Marche e nell’Umbria, egli ricevette l’incarico di recarsi nelle città principali di quelle provincie, onde inviassero i loro deputati in Bologna, che si voleva centro e focolare dell'insurrezione. Intervenuto l’Austriaco, il Zanolini, insieme agli altri componenti il governo delle provincie unite, dovette ricoverarsi in Ancona, d’onde per mare pensò dirigersi alla volta di Francia. Ma per isventura il naviglio dell’Austria che sorvegliava quelle acque, fu loro sopra, e arrestatili, li tradusse nelle prigioni di Venezia, ove rimasero parecchi mesi chiusi nel forte di Sant’Andrea dapprima, indi nelle carceri di San Severo. Ottenuto alfine d’esser tradotto coi propri compagni in Francia, si recò a Parigi, ove fissò sua dimora, vivendo colà in esilio per ben sedici anni e mezzo, cioè fino al 1847, epoca in cui, tornato in Italia dietro l’amnistia concessa da Pio IX, fu ricevuto in patria colle più calde accoglienze. Mandato deputato da quattro collegi delle provincie bolognesi all’Assemblea di Roma, ei dovette però ri-