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nunciare a così onorevole incarico, essendo stato dal governo costituzionale pontificio nominato preside in Ancona.

Si dimise da quest’ultima carica allorchè accadde il funesto assassinio del Rossi, e fu proclamata nella città eterna la costituente. — Restituitosi in Bologna, vi fu eletto capo del municipio (Senatore), e in questa qualità ebbe parte principalissima alla vigorosa resistenza opposta dai Bolognesi alle truppe austriache.

Visse privatamente di poi fino a quest’ultimi tempi, in cui venne eletto deputato, nel 1860 e 1861, da due collegi del suo paese natale alla Camera nazionale italiana.

Presidente di età del Parlamento, nel quale per la prima volta si riunivano i rappresentanti delle sparse provincie d’Italia, il Zanolini, nel momento in cui cedeva il seggio presidenziale al commendatore Rattazzi, eletto a tanto ufficio dall’Assemblea, ha pronunciato poche ma esplicite ed energiche parole, dirette a rivendicare altamente alla patria italiana la sua legittima, la sua necessaria capitale, Roma. Queste parole hanno avuto un eco, che non cesserà così presto, e sono state in certa qual guisa foriere delle più formali dichiarazioni enunciate in quel senso dal conte Cavour, dichiarazioni che rispondono al comune ed ardente desiderio d’ogni buon italiano.

L’avvocato Zanolini, già direttore del giornale ebdomadario che si pubblicava in Bologna, L’Amministrazione, ha dato alla luce un romanzo in tre volumi, intitolato Il Diavolo del santo Ufficio.

Egli è cavaliere dell’ordine Mauriziano.





È nato in Ascoli nella Marca d’Ancona nel 1800 da Giuseppe e Saveria Cantalamessa.

Percorse gli studî primordiali nel collegio Nazzareno