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funebri de’ martiri caduti per l’alta causa dell’indipendenza italiana nel 1848 e nel 1860 in Sicilia. Nel 1857 l’abate Ugdolena lesse nell’accademia di Palermo e pubblicò negli alti di quella una memoria sulle monete puniche di Sicilia, per cui gli fu decretato dall’istituto di Francia (Académie d’inscriptions et belles lettres) il premio della fondazione Allier di Hauteroche. Nè chiuderemo questo schizzo biografico senza ricordare quella illustrazione filologica e critica della sacra Bibbia di cui l’Ugdolena ha pubblicato la prima parte contenente il Pentateuco, intitolato: La santa Scrittura in lingua volgare riscontrata cogli originali ed illustrata con breve commento. La seconda parte di questa importante opera che va sino a tutti i Libri dei Re, è pure in via di pubblicazione, nè tarderà molto a vedere compiutamente la luce.

L’Ugdolena in seno alla Camera dei deputati ha preso posto sui banchi della sinistra; ma egli è però giusto di riconoscere che nelle discussioni in cui gli è venuto fatto di prender la parola, non ha mai messo la sua facondia a pretto servigio del partito dell’opposizione a oltranza, battendo piuttosto la via della conciliazione, ed enunciando sentimenti di vero e caldo amor patrio.





Figlio a quel Francesco Conforti, tanto rinomato nelle storie napoletane, colui del quale imprendiamo descriver la vita nacque nella provincia di Salerno nel 1808, e cominciati in patria gli studî legali venne a terminarli in Napoli, ove ben presto (1833) il ritroviamo digià avvocato distinto e professore privato di diritto criminale.

Dotato di una spontaneità d’eloquenza veramente ammirevole, profondo d’altronde negli studî legali, il Conforti crebbe rapidamente in fama, e ben presto lo