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farsi annoverare nell’eletto numero dei primi avvocati dell’isola, sì nel civile che nel criminale, nel tempo stesso in cui alcune pubblicazioni in materia di giurisprudenza da esso lui date alla luce valsero a far conoscere la profondità della sua dottrina.

Il governo del Re nominava il Ferracciu nel 1847 a professore di economia politica e di diritto commerciale nell’università di Sassari, dalla qual carica, disimpegnata dal nostro protagonista con pieno successo, nel 1855, dietro sua domanda, fu esonerato, non senza profondo rammarico de’ suoi discepoli dai quali egli era amatissimo.

La benevolenza e la rinomanza che, per la sua esemplare probità, si era acquistata in mezzo ai suoi compaesani, il fecero prescegliere non appena ebbe tocchi i 30 anni all’onore della deputazione, onore che in tutte le legislature, dal 1849 in poi, gli venne confermato avendo per cinque volte rappresentato in Parlamento il collegio di Sassari, una volta quello di Tempio, ed altra quello di Osilo.

Il suo esordire nella palestra parlamentare non ismentì la di lui fama di buon patriota e di dotto ed eloquente oratore. I suoi discorsi in appoggio del progetto di legge per l’ammissione dei cittadini delle provincie unite, ritolteci poi dalla battaglia di Custoza, all’esercizio nello Stato delle loro professioni, e segnatamente la generosa protesta che nella memoranda seduta della notte del 27 marzo 1849 egli lanciò contro l’armistizio di Novara, dimostrano quali fossero gli energici sentimenti del nostro giovine deputato.

Nel 1852 deplorabili avvenimenti succedevano nella provincia di Sassari, che veniva sottoposta allo stato d’assedio. Il Ferracciu si sentì ferito nel più profondo dell’animo da quella misura, ch’ei stimava di soverchio rigorosa, e si fu con isdegno ch’ebbe a interpellare replicate volte il ministero terminando uno dei più bollenti suoi discorsi colle seguenti parole, ch’estragghiamo dal processo verbale di quella seduta, e che produssero sugli uditori una profonda impressione.

«Il governo, conchiudeva il nostro protagonista, rispetti esso il primo le leggi fondamentali dello Stato;