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Sciolta così quell’assemblea, il Pica, fu rieletto e sedè fra gli oppositori dello sleale ministero Bozelli, finchè arrestato nel luglio del 1849 e tradotto successivamente nelle prigioni di Santa Maria Apparente, di Sant’Elmo, San Francesco, la Vicaria, sempre rifiutando di rispondere agli interrogatorî del famigerato presidente Navarro, ed invocando la qualità sua di deputato per esser rinviato al giudizio dei pari.

Nel 1852 sottoposto alla corte speciale di Napoli, insieme agli ex-deputati Spaventa, Amadio, Cagnazzi, Cimino ecc., si difese da sè medesimo contro l’accusa d’aver voluto cangiar la forma del governo, ritorcendola anzi contro i magistrati borbonici che violavano lo statuto e sedevano giudici di corti speciali abolite.

Il Pica fu condannato a 26 anni di ferri duri, pena ch’espiò egli pure fino al gennajo del 1859 nei bagni di Procida, Montefusco e Montesarchio.

Compreso allora nel numero dei condannati politici che la magnanimità di Ferdinando II ordinò fossero deportati in America, il nostro protagonista ebbe anch’ei la buona sorte di metter piede a terra a Queenstown in Irlanda, d’onde si portò in Inghilterra, che l’accolse ospitale fino al novembre del 1860, epoca in cui rientrò in Napoli.

La nativa Aquila lo scelse unanime a proprio rappresentante in seno al Parlamento italiano, ov’ei siede sui banchi dal centro sinistro.




JACAMPO LORENZO

deputato.


Figlio a Luigi e ad Anna Teresa Guglielmi, è nato il 30 maggio del 1808 in Vinchiaturo, provincia di Molise, discendente da antica famiglia di borghesia.

Inviato di buon’ora agli studî elementarî che proseguì nel collegio di Campobasso e compì in Napoli, si diè in quest’ultima capitale a coltivare con trasporto lo studio delle scienze matematiche e fisiche,