Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/632

Da Wikisource.

— 388 —

possibilità di continuare la lotta fu interamente perduta, il nostro protagonista esulò di bel nuovo, e toccato Corfù, Ancona, Roma, la Toscana, ove subì corta prigionia, passò in Corsica, ove soggiornò due mesi e daddove si restituì a Parigi.

Colà riprendeva la vita di pubblicista e dettava la sua istoria della rivoluzione italiana del 1848, che vedeva la luce in Francia e in Italia. Non appena saputa la funesta notizia del disastro di Novara, il Ricciardi raccoglieva in sua casa i principali emigrati italiani e redigeva un indirizzo all’assemblea nazionale, che presentava insieme a Giuseppe De Filippi ed a Celeste Menotti.

Allontanatosi da Parigi a cagione del cholera-morbus, si recò a passar due anni in Isvizzera, ove scrisse il martirologio italiano dal 1792 al 1847, che fu poi pubblicato nel 1860 dal Le Monnier e che il giornale il Diritto dette alle stampe, ma a brani, pel primo. Recatosi poscia a Tours, ove dimorò circa otto anni, vi scrisse i Drammi storici (Lega Lombarda, Vespro Siciliano, la cacciata degli Austriaci da Genova, il Masaniello ecc.), l’Histoire d’Italie, e le Memorie autografe d’un ribelle.

Il Ricciardi si trovava a Nizza per curare la propria salute assai indebolita quando sopraggiunsero i grandi avvenimenti del 1859. Nel settembre di quel medesimo anno egli recossi a Genova, e nell’aprile dell’anno successivo stringea conoscenza col generale Garibaldi.

Il nostro protagonista contava far parte della omai celebre spedizione dei mille, e dopo aver firmato uno dei proclami, si era già messo a bordo del Lombardo, quando le forze fisiche il tradirono e colto da improvviso malore poco prima che l’eroica falange salpasse per la Sicilia, gli fu forza ridiscendere a terra.

Ma per un uomo dell’attività del Ricciardi un teatro anco più adatto gli si offriva in Napoli, ove le concesse franchigie costituzionali gli concedevan rientrare ed ove egli poteva ajutare la grand’opera di liberazione intrapresa dal sommo capitano, col preparargli colà il terreno; nè vi mancò. Giunto Garibaldi, il Ricciardi