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domandare ed ottenere dall’aborrito governo straniero l’emigrazione legale.

Sopraggiunti finalmente tempi più prosperi per l’Italia, l’Arconati-Visconti, che amando vivissimamente il suo paese — niuno di tate amore potè dare più incontestabili prove — aveva dovuto rimanerne assente per ben ventisette anni, rientrò nel 1848, e visitata per poco la nativa città — per poco, chè il ritorno del nemico oppressore nel ricacciava di già — si fissò in Piemonte, ov’egli ha vasti possessi.

Eletto deputato fin dal 1849 dal collegio di Vigevano, che nelle elezioni generali successive gli ha sempre confermato il mandato, egli è stato ultimamente inviato al primo Parlamento del regno italico dagli elettori di Cuggiono nella provincia di Milano.

Nominato grande ufficiale dell’ordine cavalleresco dei Ss. Maurizio e Lazzaro, quando or non ha guari S. M. Vittorio Emmanuele visitò in modo sì solenne l’augusta capitale della Lombardia, il marchese Arconati-Visconti prosegue, e colla sua assidua presenza alla Camera, ove appoggia costantemente la politica liberale e italiana del conte di Cavour, e col suo mecenatismo verso i letterali e gli artisti, e colle mille sue opere di non comune beneficenza, a rendersi utile al paese e sempre più meritevole della stima e dell’ammirazione universale.



ANELLI LUIGI, sacerdote

deputato.


Da Giuseppe e da Anna Maria Barni è nato in Lodi Luigi Anelli, nell’anno 1813.

Dotato da non ordinario ingegno, applicatissimo sin dall’infanzia allo studio, visse gli anni giovanili impallidendo sui classici, e sopratutto sui greci autori, la cui lingua e le cui opere si rese famigliarissime.

Divenuto sacerdote, e apprezzato dai propri concittadini pel suo sapere, venne scelto a vice-direttore del ginnasio di Lodi, e quindi a professore di filosofia nel liceo dell’istessa città.