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mente che mai, e dieronsi a rinnovare e a raddoppiare le accuse contro di lui con tanto accanimento e con sì gran chiasso, che si può dire senza esagerazione, l’isola intiera ne fossa commossa.
Il nuovo canonico, lo si sa ormai, non era persona da lasciarsi atterrire; ma gli spiaceva alla fin fine d’esser causa di cosifatto rumore, e sopratutto si rammaricava nello scorgere in quali tribolazioni ed impicci si trovassero a motivo suo intricati i pacifici di lui colleghi del capitolo, e già si preparava in cuor suo a trarsi per la seconda volta fuor dell’aringo, quando sopraggiunsero i grandi avvenimenti del 1848, e i suoi concittadini gli detter modo di convertire la ritirata in nuovo trionfo, eleggendolo deputato al Parlamento nazionale.
Lieto forse di cavarsi d’affare a tal patto, l’Asproni resignò il benefizio, s’ebbe in quella vece più tardi una pensione, e sen venne a Torino per sedersi alla Camera sui banchi dell’estrema sinistra.
Da quella volta in poi egli è stato sempre rieletto a tutte le sessioni, e dallo stesso collegio di Nuoro, e da un collegio di Genova, e in ultimo da quello di Lanusei, senza ch’egli abbia avuto bisogno una volta di brigare per ottener tale onore.
L’ex-canonico prende assai sovente la parola nelle discussioni parlamentari, e la sostanza de’ suoi discorsi e il tono di voce col quale li profferisce concordano bene col di lui nome: son aspri. La di lui opposizione, del resto, non è oziosa; ha la sua base e una ragione d’essere: si propone l’ammegliamento delle condizioni, a parer suo infelicissime, della Sardegna.
Alcuno, ne’ suoi piedi, avrebbe per avventura stimato di poter pervenire alla meta col farsi l’amico e il sostenitor de’ ministri; ma simil mezzo conveniva poco all’indole battagliera dell’Asproni; egli ha preferito e preferisce seguir la via diametralmente opposta e lanciar le folgori della sua brusca e tempestosa eloquenza, ogni qualvolta se ne offra occasion favorevole, contro gli scanni ministeriali.
Del rimanente, l’eletto di Lanusei è un deputato utile, perchè assiduo e lavoratore negli uffici, e perchè