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174 Donne illustri.


Morto Gian Galeazzo, primo duca di Milano, lo Stato dei Visconti precipitava, e gli davan la spinta i capitani poco fedeli che quegli avea lasciati difensori dei pupilli figliuoli e della moglie. Quelli che eran principi intendevano a dilatare i propri domimi, e i non principi a diventarlo.

Facino Cane, il più potente di tutti, facilmente persuaso dai Carraresi, col pretesto di sfrattarne i tiranni e ritenerle pei legittimi signori, insignorivasi di Alessandria, Piacenza, Novara, Tortona, e di altre città del Piemonte e di Lombardia. In tutte egli fece gridare il nome suo e della sposa Beatrice.

Aspirava evidentemente al ducato: ma tra la sua ambizione e la signoria v’erano i due figli di Galeazzo, l’uno de’ quali, dice un biografo, doveva al proprio castellano in Pavia l’esistenza; l’altro andava per Milano a caccia di umane membra: era facile, e sarebbe stato benedetto, il torlo via. Se non che Beatrice, accolta a corte dalla duchessa, svolgeva il marito da crudeli consigli.

In questo i congiurati uccidevano Giovanni Maria, e i nemici Facino Cane. Sorgeva di tratto la detronizzata stirpe di Bernabò; Ettore Visconti occupava Milano e cingeva d’assedio il castello. Dicono che Facino spirando confortasse le nozze di Beatrice col conte Filippo. Questi poteva trarne tal rincalzo di forza e di favore, che facilmente vi piegò l’animo. Ebbe da lei terre, gioie, denari, prodi soldati, ottimi capitani. Con questi, prosegue il biografo, entrò in Milano prima trionfante che combattente. Ettore Visconti lasciava a Monza il fracassato suo corpo, spettacolo alla curiosità degli smilzi moderni.