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224 Donne illustri.


l’israelita Felix, in una strada presso al villaggio di Munf in Turgovia, dopo aver cantato pei caffè a Lione, fu tratta a Parigi, messa in Conservatorio e per gli ammaestramenti e i consigli del valente artista Samson dal teatro del Gymnase, dove non raccolse gran plauso, passò al teatro Francese, e non solo vi risuscitò le eroine di Corneille e di Racine, Camille, Hermione, Athalie, ma vi fece trionfare l'evocazione di Lucrezia per un loro tardo e fiacco imitatore, il Ponsard. Era del 1838. Ella avea diciott’anni. Grande della persona, di nobile portamento, appassionata, facea vibrare di tutta la potenza della sua altera anima, i versi della vecchia tragedia, e tutta la Francia andò presa all’arte sublime e in gran parte inconscia della attrice miracolosa.

Il suo nobile gesto, le sue attitudini scultorie si avvenivano all’idea che ci siamo formati delle regine e donne illustri dell’antichità. Meno potente nell’espressione dei sentimenti teneri e delicati che nell’ironia, nell’ira e nello sdegno si accostava anche per ciò a quella certa rigidità che troviamo nell’antica rappresentazione degli affetti. La sua fama corse per Europa ed allettò gli anglo-americani a sentirla. Nel 1856 passò l’Atlantico, e raccolse in America onori straordinari e oro infinito. Ma contrasse colà una malattia di petto, che presto la condusse a morte. Nella forza dell’età, nel buono della sua valentia, e nel fiore della sua gloria morì al Cannet (Alpi-marittime) nel 1856.

Sparita questa maga d’Endor si dileguarono di nuovo le ombre dei vecchi tragici, e, freddatosi l’amore alle opere già invecchiate dei novatori, prevalse l’operetta buffa, il genere Offembach, che precorse ed accompagnò assai bene le ab-