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Bianca Cappello. 65


Poggio a Cajano. Qui avvenne la catastrofe. Il duca ammalò e morì il 19 ottobre 1587, e Bianca dello stesso male il 20. Il Galluzzi dice che dell’uno e dell’altra fu fatta la sezione cadaverica, e che all’aprir di Bianca assisterono Pellegrina sua figlia e il marito Bentivoglio, e che non si videro tracce di veleno. Ma checché si fosse, s’inventò una torta, fattura esimia di Bianca con che ella intendesse avvelenare il marito, freddo e vólto ad altri amori, o il cognato, e, come Rosmunda, cadesse nel laccio teso altrui. Altri addirittura che il veleno fosse apprestato dal cardinale, che successe e regnò gloriosamente.

Il duca fu sepolto con tutte le onoranze debite alla sua grandezza. La pessima Bianca, come la fece chiamare il duca più volte nell’atto declaratorio dei natali di don Antonio, fu vilmente cacciata nei sotterranei di San Lorenzo. Le sue armi, già inquartate a quelle de’ Medici, tolte via, e rimesse quelle di Giovanna d’Austria. "Fece però il duca pagare puntualmente tutti i suoi lasciti, e ne toccò anche al padre Bartolomeo, che facea tanto lo schifiltoso. La Repubblica proibì che si prendesse il lutto per questa sua fia! — E rimase Bianca favola ai poeti e declamazioni ai romanzieri.