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182 Donne illustri.


raramente della carrozza; andava il più a piedi; gli argenti non metteva fuori se non alle visite del padre; e del suo assegno spendeva la massima parte in elemosine ed altre opere di pietà. Aveva una gran vocazione alla vita religiosa; e volendo entrare in un monastero, e dibattendosi la scelta fra quattro, ne scrisse i nomi in quattro polizzini, e ne trasse uno. Ma il convento assegnatole dalla sorte era in tale discordia, che ne dovè uscire. Avea fatto voto fin da giovanetta di non prender marito, e l’attenne. Non potendo altro, sotto l’abito secolare vestì quello di San Benedetto, osservandone le regole al possibile nella propria casa, visitando le chiese di quell’Ordine, e soscrivendosi nel carteggiare con que’ padri: Elena Scolastica, essendo questo secondo il nome che aveva deliberato di prendere quando le fosse concesso di professare.

La naturale malsania, l’intensione dello studio, la rigidezza della vita rincrudirono in Padova le malattie cominciate in Venezia.

Ella soffrì costante il malore, ed attese rassegnata la morte. Implorava di essere sotterrata senza veruna pompa e con l’abito di oblata benedettina. «Quattro palmi di terra bastano, ella soleva dire, ai più gran personaggi del mondo.» Spirò a trentotto anni, il 26 luglio 1684, e le fu fatta la cassa, siccome ella aveva detto, del legno di un cipresso che seccò quando ella venne a morte, e che ella in addietro aveva svolto il padre dal tagliare come albero caro a lei e alla madre.

Le esequie, celebrate in Santa Giustina, furono splendidissime. Alla veste benedettina fu sovrapposta la mozzetta