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Properzia De' Rossi. 85


passione (1523-1525). Nè volse far altro mai per conto di detta fabbrica, nè fu persona che non la pregasse ch’ella seguitar volesse, eccetto maestro Amico (Aspertini), che, per l’invidia, sempre la sconfortò, e sempre ne disse male agli operai, e fece tanto il maligno, che il suo lavoro le fu pagato un vilissimo prezzo. Fece ancor ella due angioli di grandissimo rilievo e di bella proporzione, che oggi si veggono, contra sua voglia però, nella medesima fabbrica. All’ultimo costei si diede ad intagliare stampe di rame, e ciò fece fuor d’ogni biasimo e con grandissima lode. Finalmente alla povera innamorata giovane ogni cosa riuscì perfettissimamente, eccetto il suo infelicissimo amore. Andò la fama di così nobile ed elevato ingegno per tutt’Italia, e per ultimo pervenne agli orecchi di papa Clemente VII, il quale, subito che coronato ebbe l’imperatore in Bologna (1530), domandato di lei, trovò la misera donna essere morta quella medesima settimana, ed essere stata sepolta nello spedale (o meglio chiesa) della Morte, che così avea lasciato nel suo ultimo testamento. Onde al papa, ch’era volonteroso di vederla, spiacque grandissimamente la morte di quella, ma molto più ai suoi cittadini, i quali, mentr’ella visse, la tennero per un grandissimo miracolo della natura nei nostri tempi. Sono nel nostro libro alcuni disegni di mano di costei, fatti di penna e ritratti dalle cose di Raffaello d’Urbino, molto buoni, ed il suo ritratto si è avuto da alcuni pittori che furono suoi amicissimi.»

A questo affettuoso e poetico ritratto dell’aretino fa alcune appuntature l’eruditissimo signor Michele Gualandi, bolognese, che ha fatte infinite ricerche intorno alla scultrice sua