Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/16

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10 t. campanella

verissime, non finte per mio scampo; ed han di far tal fructo ch’ognun sottoporrá volentieri alla fede santa ed a Vostra Beatitudine la testa, né il demonio può contrafarli come quelli di Moisè, né son per prova dell’innocenza mia, che fui scelerato imprudente, ma della veritá evangelica e revelazion presente a cui ho servito nella colpa mia: e se io fossi Simon mago, Vostra Beatitudine è Simon Pietro. Né si può trattar questo gran negozio, se non in presenza di Vostra Beatitudine. Perché io non posso essere piú che Ieremia o gli apostoli o Nostro Signore chi pur con tutta la santa vita e miracoli, mirati odiosamente da emoli, fúr afflitti e morti, anche in presenza lor santificando e miracolizando.

Però sendo io odiatissimo in questo luogo, non posso in conscienza assentire a giudizio alcuno né di ribellione né d’eresia che contra me si pretende, poiché il principe è tanto irato contra me che non mi vuol ascoltar una parola sola; avendo sette anni ascoltati li possenti nemici, Carlo Spinelli, il principe della Roccella suo nepote, il baron di Cagliato, il baron della Bagnara, il consiglier Sciarava fabro del processo, e li revelanti falsi, fatti cavalieri, come gli altri soprascritti premiati, e gli aderenti loro che son quasi tutto il regno: né ci è uomo che possa parlar per me, ch’è subito tenuto per sospetto. E questi si vendon per difensori della Maestá reggia e divina, da me secondo loro offesa. Or chi può opponersi, benché non fosse com’io sepolto, a tanta influenza, se non lo Spirito santo, che sta in Vostra Beatitudine che «est haeres universorum etc.», «rex regum etc.», «princeps regum terrae», «index vivorum et mortuorum»? A cui fu detto: «quis es tu ut timeas ab homine mortali»? in Isaia — quando però vuol caminar con lo spirito, e non con la prudenza della carne «cui est annexus spiritus timoris» — ed altrove: «portae inferi non praevalebunt etc.».

Sola Vostra Beatitudine in questa causa straordinaria, nella quale sempre quasi errâro li giudici inferiori e spesso li supremi, può fuor di timore e d’ira e di voglia venduta esaminar questo argomento: come tutti profeti, apostoli e nostro