Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/39

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scelta di poesie filosofiche 33


madrigale 4

Ma non del tutto, ché saría morire
in sé e farsi altro, come legno fuoco.
Ma di poca mutanza
si nota, per sembianza
che il resto è, addoppiando molto o poco.
Dunque saper discorso è del patire.
Ma lo Senno Primero,
che tutte cose feo,
tutte è insieme, e fue:
né, per saperle, in lor si muta Deo,
s’egli era quelle giá in esser piú vero.
Tu, inventor, l’opre tue
sai, non impari; e Dio è primo ingegniero.

Séguita a dire che ’l sentire non è mutarsi totalmente, ché questo sarebbe morte, ma che sia percezione di poca mutazione, dalla quale poi argomenta il tutto, come dal poco calor, che ci imprime il sole, argomentiamo della sua possanza, e poi da ogni simile il suo simile. E questo discorso è sentire nel simile o nella parte in quanto simile, come scrisse in primo Metaphysicae. Poi dice che Dio, sendo fattor di tutte le cose, è in sé tutte cose eminentemente e idealmente; talché, per saperle, non gli bisogna mutarsi in esse, come facciamo noi, ché giá è esse. E ’l suo sapere è atto senza passione e senza discorso. E lo rassomiglia all’inventor d’una cosa, ch’e’ non impara da altri, ma altri da lui, dopo ch’è fatta. Se ben l’ingegniere umano mira nella Natura, pure, rispetto alli uomini, è autore primo. Ma Dio è primo ingegniere avanti la Natura: però sa il tutto, l’insegna e non l’impara.

madrigale 5

Come le piante al suolo, i pesci all’acque,
le fiere all’aria, e li splendori al sole
han sí continovate
le vite, che, staccate,