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68 | pensieri poetici, ec. |
De la ringhiera il mio rimesso ingegno,
Ch’io te d’invidia generosa e casta50
Non proseguissi in quell’istante: eppure
Fra le poche memorie, onde talora
Mi consola il passato, al pensier mio
Più ricorre quest’una, o Castriota!
II
Sublime, umano, e glorioso aringo55
È l’aringo che tieni, ed onoranda
È la corona che recinge il crine
Del forense orator. Che se d’immonda
Polve soventi ne bruttò le foglie
L’irreverenza de’ maligni, or quale60
Arte tant’onta non sostenne? Ed anco
Le sante aule del Foro avida invase
Barattiera genia, che, dissacrando
Quanto v’era d’augusto, esca profferse
A l’ironia de’ petulanti; e dessa65
D’ogni umano instituto è la vicenda.
Ma quel prisma vocal, che del creato
Riflette il vario interminabil riso,
Ma quel tesor d’innoverati suoni,
Quella misteriosa eco ispirata70
Che de l’affetto e del pensier seconda
A le arcane armonie, ma la parola,
Ma l’umana parola oh! di che vera,
Di che viva virtù sfolgora allora