Pagina:Canti (Sole).pdf/91

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34 pel tremuoto in lucania


Assai ti piacque disfrenar di strali
    Su quelle rupi! Assai corse di pianto20
    Ai curvi d’Eraclea seni vocali!

Ecco pe’ monti di Lucania, o Santo,
    Quanto novo dolor, quanto spavento,
    Quanta strage diffusa in ogni canto!

Ier su quei monti, che pareano argento25
    Radiante, cadea limpido il sole,
    E l’aria era tranquilla e basso il vento:

E una luce di rose e di viole
    Soavemente iva a ferir lontana
    Borghi, rupi, foreste, archi e chiesuole;30

E muta per la varia erta montana
    Salìa la sera, e la pace notturna
    Su la industre scendea gente Lucana.

Ahi! la nova reddìa luce diurna,
    E una grama schiarò gente tapina,35
    Che fuggìasi tremante e taciturna!

Signore! i tuoi clementi occhi dechina
    Su le rupi Lucane, ov’oggi impronti
    Sì grande orma di lutto e di ruina!

Un profondo sospir misero i monti,40
    Mentre sparso di stelle il ciel ridea,
    E cupamente ribollir le fonti: