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212 tra san mauro e savignano


vado: la voglio rimirar, con l’orme
del pensiero ma già sui semprevivi
calma, la fronte di colui che dorme.


Odor di fiori mi conduce ov’egli
dorme... Non è chi mi sperava il cuore.
Non è. Non è... Ma chi sei tu? Tu vegli!

Oh! non hai pace!... Io so chi sei... chi eri.
Tu sei colui che uccide e che poi muore.
Oh! son anni, son anni anni... Fu ieri.


Tu non hai fatto che bagnar la fossa
tua del mio sangue. E tu davi la morte
che ignoravi? Ma eri anche tu d’ossa.

L’uomo non ti punì? Tu dalla vita
giungi tra ì fiori? Hai oggi dalla morte
la pena che sarebbe oggi finita.


Riposeresti... Oh! i figli miei! Tu giungi
or dalla vita. Alcuni già qui sono
con me, con noi. Gli altri, non so, ma lungi.

Una dormiva ancora nella culla.
Tutti piccoli, tristi, in abbandono
e scoramento... Ne sai nulla?... Nulla.


Avevi i tuoi... Ma io, io ombra esangue,
io di qui sopra le lor nude vite
getto il mantello del mio puro sangue.