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della propagazione artificiale delle piante. 297


§ 304. La propagazione per gemme od occhi si fa mettendo nel terreno e nell’opportuna condizione di umidità e di calore, una gemma di un vegetale, la quale dai nodi o dalla tenera corteccia possa fornire facilmente le radici. Generalmente le piante che hanno un legno assai spongoso, facile ad assorbire l’umidità, e che hanno una corteccia piuttosto grossa, liscia e fornita come di molti occhietti o pori, sono quelle che meglio si possono riprodurre per gemme. Dicesi poi praticamente per getto quando la gemma staccata dalla pianta madre sia già alquanto sviluppata. Questa maniera di propagare si usa col pomo di terra, colle canne, colle dalie, coi garofani, geranej, ecc., staccando una cima e riponendola nel terreno mantenuto discretamente umido. Col pomo di terra spesse volte basta staccare un occhio dal tubero e consegnarlo al terreno per avere una nuova pianta.

Vi sono alcune piante legnose, ma di legno poroso, le cui gemme dell’anno antecedente, purchè siano mature si possono in primavera mettere nella terra come si seminasse; acciò si separa il ramo in tante porzioni quante sono le gemme mature (fig. 71), 71. e si adagiano in un solco non profondo più di 0m,01, ricoprendole in seguito colla terra dei bordi, mantenendo umido il terreno. In allora, nei getti (gemme già sviluppate) la prima nutrizione si compie per mezzo delle foglie, le quali assorbono l’umidità dal terreno e prendono qualche cosa anche dall’aria. In questo caso, come nei tuberi e come nel cotiledone dei semi, il pezzo di legno che sta unito alla gemma fornisce il nutrimento finchè siasi sviluppata convenientemente la gemma e le radici. Il gelso, la vite ed il fico possono, quando siano in condizioni favorevoli, essere propagati in tal maniera.

§ 305. Dicesi poi per piantone o talea quando la parte di vegetale che si consegna al terreno consiste in un ramo più o meno lungo fornito di gemme. Le piante che in agricoltura più facilmente si propagano in questo modo sono la vite, il pioppo, il salice, il platano; si può anche usare col fico, col gelso e cogli agrumi. Di solito però il nome di piantone (fig. 72 e 73) vien riservato ai rami lunghi più di un metro, e che possono avere da uno sino a quattro anni; e quello di talea (fig. 74 e 75) ai rami più corti e che non abbiano più di un anno.