Pagina:Cantoni - Trattato completo di agricoltura, 1855, I.djvu/371

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della purgazione. 363

eseguire esattamente queste operazioni, per gli ineguali declivi, per le sinuosità delle valli, ruscelli, ecc., non che per condizioni del clima, pei venti, per le nevi, ecc. In un bosco promiscuo di piante frondifere, si toglieranno sempre mano mano quelle la cui vita è più breve, che maggiormente soffrono la stillazione, ed i venti o le nevi quando fossero alte. Si leveranno eziandio quelle che furono seminate solo all’intento di servir di riparo ad altre più dilicate quando sono giovani, e che nei primi anni crescono lentamente; come per esempio, le betule, le tremule ed il salice caprino seminato a difesa degli abeti. Così pure si leveranno quelle che non possono essere governate con una rotazione pari a quella delle altre piante che si vogliono conservare.

Nelle fustaje resinose, la cui rotazione è di circa 130 anni, nei luoghi non soggetti alle nevi, la prima purgazione si farà al 10.° anno; indi ogni 20, sino all’epoca del taglio, perchè diradandole ad intervalli minori crescerebbero meno dritte e svelte; la superficie che dovranno occupare dopo le ultime purgazioni sarà di circa 10m quad.i di superficie. Quando però sia facile la caduta di gran quantità di nevi, allora abbisognerà praticare la purgazione ogni 10 o 15 anni, allo scopo che le piante non essendo mai troppo fitte, la neve non possa fermarvisi sopra in tal quantità che col di lei peso rompa e schiacci le piante. Anche i larici, quantunque perdano le foglie nel verno, se però sono in posizione che le nevi cadano in autunno, quando sono ancor rivestiti di foglie, abbisognano delle stesse cure. Questo danno che possono arrecare le nevi, è da e vi farsi con gran cura nei boschi resinosi, poichè sappiamo che queste piante, rovesciate e rotte, non rimettono dal piede. Nei boschi di piante frondifere, se avviene un tal guasto, sarà bene tagliare le piante al piede, riducendole a ceppata.

Le fustaje d’abete rosso dopo venti anni cominciano a purgarsi da sè stesse, poichè sviluppandosi le più robuste soffocano le altre, ma anche le più deboli danneggiano le prime col diminuir loro il nutrimento. Comunque sia, questo modo naturale di purgazione può essere irregolare, e divenire tanto eccessivo in qualche punto da presentare quasi degli spazi vuoti, accessibili alle valanghe ed alle frane; epperò sarà sempre miglior cosa il procedere alla purgazione artificiale.

Sull’ultima linea della vegetazione e nelle orlature, quando sono richieste dalle circostanze, o non si purgherà punto o ben poco.