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396 prodotto dei boschi.

dalla noce di galla, che è una specie d’escrescenza che si forma sulle foglie della quercia, ed è usitatissimo per la concia delle pelli, per il che dicesi anche concino. Quest’uso è dovuto alla proprietà che ha l’acido tannico di unirsi al glutine, all’albumina, gelatina, fibrina, ecc. formando delle combinazioni insolubili ed inalterabili. La corteccia che contiene maggior quantità d’acido gallico e tannico è quella di quercia, dall’età dei 20 ai 30 anni; le corteccie vecchie servono anch’esse ugualmente, ma bisogna ripulirle dalle rugosità.

L’operazione di levare la corteccia degli alberi si fa dal maggio al giugno, quando per l’abbondanza degli umori essa facilmente si stacca dall’alburno. La pianta può scortecciarsi dopo averla abbattuta ed anche in piedi, nel qual caso abbisogna fare prima di tutto un’incisione circolare in basso, acciocchè, staccando le liste di scorza, il loro distacco s’arresti alla base del ramo o del tronco, senza prolungarsi al di sotto con danno del pedale. Inoltre, quando lo scortecciamento si fa senza abbattere la pianta, il che riesce di maggior comodo, è necessario atterarla subito per non guastare in seguito i giovani rami che nuovamente sorgono dal ceppo.

Per distaccare la corteccia la si fende pel lungo con un falcetto, indi con apposita spatola la si solleva e si stacca in larghe e lunghe strisce, che poi si riuniscono in fasci per trasportarle altrove.

§ 410. Parlando del pino silvestre e marittimo, degli abeti e del larice, ho detto che praticando un foro, o delle incisioni alla loro base si potevano ottenere alcuni sughi, quali sono la resina, la trementina, ecc. Ma è da riflettersi che l’estrazione di questi sughi è sempre di scapito alla qualità della pianta, e che non è conveniente il farla se non dove questi sughi sieno molto ricercati, e dove, pel clima caldo, la pianta ne possa somministrare in abbondanza. Nei nostri climi adunque non sarà conveniente nelle foreste alpine, e solo potrà farsi in quelle degli Apennini, esposte a mezzogiorno, e nei pini marittimi che sorgono presso le spiaggie dei mare.

Forse vi sembrerà che in questo ramo dell’agricoltura io mi sia soverchiamente dilungato, perchè ordinariamente i libri di materia agricola o non ne parlano, o ne parlano assai brevemente, ma quando rammentiate che due terzi della valle del Po, sono occupati da terreno che non può essere utilizzato se non è convertito a bosco, o ben conservato come tale, vi persuaderete della necessità che un trattato d’Agricoltura debba destinarvi una delle principali sue parti.