Pagina:Capella - L'anthropologia, 1533.djvu/18

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DELL'ANTHROPOLOGIA

disse il Poeta, non sono queste cose tanto per uso degli altri animali quanto degli huomini create? conciosiacosa che le selve per habitacolo delle fere paiono fatte; i prati per cibo de buovi, de cavalli et dell'altre bestie, le ghiandi de porci, et molte cose similihanno apparenza d'esser fatte più per altre forme d'animali che per l'huomo. Io cio non nego, disse il Musicola; ma come in un superbo et magnifico palagio quantunque le cucine, le stalle, et gli altri luoghi somiglianti habbiano più da esser habitati da servi, et famigliari di casa, che dal padrone et signore; nondimeno il palagio non per quelli, ma per lo padrone, esser fatto si dice. Cosi questa opera dell'universo, nella quale la somma providenza d'Iddio, et l'infinito poter di Natura si dimostra, non è da credere che sia stata formata per le fere et per gli animali bruti, i quali non hanno conoscimento delle cose, ch'in essa sono. Anzi io oso dire che più per li maschi che per le femine sono fatte. Percioche nel principio essendo creato l'huomo per governare, et reggere tutte queste cose; la donna fu puoi fatta come aiuto allui. Et percioche poco senza le attioni fora conosciuta la eccellenza dell'humana spetie, la Natura puose in noi tre stimoli, che la ragione, il consiglio, et l'ingegno datone all'operare eccitassero; l'uno fu di utilità; l'altro di piacere; il terzo d'honore. Il primo adunque indusse à trovare l'agricoltura, il vestire, l'architettura, il navigare, à ricercare le ricchezze, la sanità, le forze, la destrezza, l'amicitie, et altre cose alle sopradette somiglianti. Il secondo, che fu di piacere, si come dovrebbe esser minore della utilità, cosi dalla moltidudine indotta è più