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DELL'ANTHROPOLOGIA

tallo formarlo presumesse; per non bruttare in lui l'arte, che à quei tempi era in tanto pregio appresso Greci. Perciò che quasi d'altro non si legge, che delle statue, et tavole di Corintho; quando da Mummio Romano fu distrutto; della preda di Syracusa da Marcello fatta; delle rubberie di Verre, mentre in Sicilia tenne il governo. Et quasi per altro non fu visitata Roma, che per vedere le antiche reliquie de marmi, et gli archi triomphali, et theatri; i quali non con tanto studio Sylla, Lucullo, Crasso, Pompeo, Cesare, et gli seguenti prencipi di Roma à perpetua memoria posti havevano; con quanto i Gotthi ruppero; et se doppo' molti anni la sottigliezza degli ingegni non si fosse affaticata in rinovare cotal arte già perduta; non havriamo dipintori, ne scoltori sofficienti affar molto altrui somigliante, che à quei de Baronci. Ma et da Paulo II et da Sisto IIII Pontefici, et da diversi Cardinali, et massimamente da Lorenzo Medici Fiorentino essendo stata quest'arte sommamente prezzata; molti incominciarono in essa essercitarsi; da quali poi sono discesi Leonardo Vinci, Raphael d'Urbino, Michel Angelo, il Mantegna, Christophoro, et Andrea Gobbi Milanesi, et alcuni altri, se non pari, almeno porrismi à quegli antichi. Tal che per molte altre citta', et specialmente nella Italia, si veggono tempii, et palagi ornatissimi di dipinture, et di bellissime statue; et oltre à cio infiniti lavori antichi,, che sotto terra, et in luoghi nascosi in Roma, et altrove giacevano, sono stati con piu cura, che non si suoleva al tempo de nostri maggiori ricercati, et messi