Pagina:Capella - L'anthropologia, 1533.djvu/48

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DELL'ANTHROPOLOGIA

grato; et con quest'arte Demosthene, Cicerone, et gli altri antichi rhetorici credono che la rozza antichita' insieme si raunasse; dificasse le città; persuadesse à popoli la utilità delle leggi; gli eloquenti si usurpassero i prencipati; come si legge di Pisistrato, la Tyrannia del quale per la eloquenza gli Atheniesi alla bontà di Solone preposero. Con cotal arte etiandio, oltra il persuadere nelle città, et ne popoli quello che si havesse affare, et come si dovessono governare le c ose pubbliche, fu introdotta usanza di lodare i valenti huomini; et quelli che per la patria facevano qualche fatto egregio; et massimamente quelli, ch'a beneficio d'essa non rifiutavano d'andare alla morte, et cosi per lo contrario cominciarono à biasimare i scelerati et dannosi. Parve dapoi à molti esser cosa grandemente all'humanità conforme il difendere i rei; et esser grande acquisto d'honore, et di benivolenza il conservare la vita à chi per qualunque caso ne stesse in forse. Ma perché si facevano molti argomenti, et da molti erano proposte ragioni per dimostrare esser vero cio, che da loro era detto, il che si trovava sovente lontano dalla verità; un'altra arte o' scienza fu messa in luce dagli humani ingegni chiamata Loica; che meglio sa discernere il vero dal falso; et con piu giuditio ne viene in cononscenza; et come la Rhetorica ricerca gran campo di dire, et con empito di parole sforza quasi gli ascoltanti à credere cio che l'oratore propone, cosi il loico con pronte interrogationi, et ragioni piu gagliarde che di parole abbondevoli, induce l'huomo à trovare gl'inganni, che il vero