Pagina:Carli - Dell'anfiteatro di Verona, 1785.djvu/34

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Dopo l’enunciata dispersion dell’esercito nelle varie provincie, io ritrovo la legione de’ nostri fabbricatori dell’Arena contrassegnata dallo Storico col soprannome di Gemina. Fra le xxxii. legioni che si annoverano nel frantume d’un’antica colonna trovata in Roma, e segnata si dee credere in tempi molto posteriori a Vitellio, leggendovisi anche la legione Trajana, quattro se ne distinguono coll’aggiunto di Gemine, compresa la Decimaterza. Fa fede dell’autentica pietra l’autorità di Dion Cassio, che tre ne rapporta di Gemine, e tutte tre delle quattro colà scolpite.

Distinguevansi col nome di Gemine le legioni di due composte, ed accoppiate insieme sotto l’insegna d’una sol’aquila. Le aquile già prima insegne de’ Persi, a detto di Senofonte, e poi scelte da Mario secondo Plinio ad ornare i principali vessilli del latino esercito, divennero in seguito gli Dei tutelari del campo, e quasi i Numi Penati delle legioni. Custodite a principio ne’ giorni di pace entro il tempio di Saturno, furono sempre al dir di Dionigi d’Alicarnasso venerate in guerra con religiosa