Pagina:Carli - Dell'anfiteatro di Verona, 1785.djvu/7

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Non è gran tempo che all’occasione di far parole dell’Arena di Verona io mi espressi d’aver notati in un latino scrittore assai probabili indizj della sua fondazione. E’ stato accolto da alcuni il mio detto quale un’irriverenza alla memoria degli Autori, che si sono occupati non con molto successo di simil ricerca. Meno severi però alcuni altri si sono contentati di considerarne la difficoltà, mostrando al tempo stesso desiderio di saperne la mia opinione. Ecco in brevi cenni qual sia l’argomento, e qual cosa abbia dato motivo al presente discorso. Quelli adunque che per l’indicata ragione tengono per inespugnabile questo soggetto, non perdano il prezioso tempo nella lettura d’uno scritto, che io steso troppo debile conosco a vincere la gran forza della prevenzione. E quegli altri, che dotati di men rigido ingegno sanno vedere le cose ne’ varj aspetti, e conoscono a quai gradi di prove ragion voglia di arrendersi in materie non poi suscettibili d’incontrastabile dimostrazione, degnino di voltar carta, e leggere, se lor non sia grave, l’esposto ragionamento.