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Open standard e brevetti 105

più di quanto valgano in aggregato i cento brevetti più importanti conferiti nel patent pool, anche a voler pensare che il 90% di essi sia fuffa.1 L’obiezione che i membri del patent pool possano essere filantropi e aver licenziato i propri brevetti sottocosto sembra ben poco valida: proprio il fatto che si sia creato un patent pool che ha calmierato le pretese di ciascuno (abbia impedito il royalty stacking) ha probabilmente decretato il successo dello standard (di tale fenomeno si discute in Apple vs Motorola).

Come si sia conclusa la vicenda parrebbe ovvio: irretito dalle mie puntuali obiezioni, convinto dall’irrefutabilità dei riferimenti alle norme e alle sentenze, il noto operatore ha receduto dal suo proposito e si è ritirato in buon ordine, accontentandosi di briciole... giusto? Sbagliato. Il titolare non ha nemmeno fatto lo sforzo di replicare, ben sapendo che nessuno sano di mente avrebbe scelto di affrontare i costi e le incertezze di una causa, con la prospettiva di essere coinvolto anche in un’ingiunzione che avrebbe impedito la commercializzazione dei prodotti coinvolti, per risparmiare una somma che può rappresentare una frazione dei costi legali.2

Le licenze RAND e le licenze di Software Libero /
Open Source

Abbiamo tralasciato per un attimo il discorso della non discriminatorietà; cerchiamo di approfondirlo.


  1. Termine rigorosamente tecnico.
  2. L’imprecisione dei riferimenti e delle cifre è intenzionale, serve solo a dare gli ordini di grandezza, ma i dettagli e le identità sono ovviamente confidenziali.