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Brevetti e software:
per chi suona la campana?

Nel capitolo precedente abbiamo discusso di brevetti applicati agli standard (nel campo del software principalmente). Mi chiedo però se il software debba essere oggetto di tutela brevettuale per sempre, oppure ci sia spazio per una loro abolizione o sostanziale restrizione? Già la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato diversi colpi alla lassità con cui le corti federali avevano concesso strada libera alla brevettazione del software, dei modelli di business e praticamente di qualsiasi cosa di cui sotto il sole di agosto qualcuno potesse sognarsi. Le sentenze Bilski, Alice (soprattutto, vedi paragrafo successivo), Mayo, pur non affrontando il cuore del problema hanno però fornito elementi per le corti inferiori per demolire almeno i brevetti più “deboli”.

Chiunque esperto nel ramo vi dirà “software patents are here to stay” (“i brevetti software son qui per restare”), ma recentemente si è aperto qualche spiraglio per una definitiva risistemazione del sistema brevettuale, che lasci libero da brevetti il software in sé e per sé, dunque non solo limitando e restringendo i requisiti di brevettazione.

La Corte d’Appello per il Circuito Federale ha emesso una sentenza piuttosto interessante nella causa Intellectual Ventures v. Symantec, che mi dà lo spunto per discutere perché i brevetti non dovrebbero mai