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116 Open source, software libero e altre libertà

del monopolista da un settore, in quanto tu aumenti lo stato delle conoscenze, dandoci modo di fare qualcosa che prima non potevamo fare, perché ci insegni (letteralmente) come farlo. I brevetti software mancano quasi totalmente di una descrizione di come si mettono in pratica, descrizione che va per forza di cose effettuata con codice sorgente, che però, quando esiste (spesso non esiste nemmeno, vedi punto successivo) non viene affatto rivelato.

I brevetti contengono solo una descrizione funzionale ad alto livello di ciò che l’applicazione deve fare, non un metodo direttamente implementabile da un esperto, che sarebbe possibile con il codice. Non insegna niente di utile. Non dice come tradurre l’idea in pratica. Per dirla in altri termini, si brevetta il problema, non la soluzione.

La banalità dei brevetti e il fatto che anche un non programmatore dotato di sufficiente buon senso e conoscenze molto rudimentali potrebbe scriverli, è un elemento molto sorprendente per chi si trova a leggerli. Personalmente devo ancora trovare un brevetto software (e ne ho letti molti) che mi abbia colpito con una soluzione che – dato il problema da risolvere – costituisse un qualcosa di sorprendentemente non evidente o inarrivabile senza leggere il brevetto, con l’eccezione forse di alcuni brevetti sulla compressione audiovideo, che però hanno ampiamente fatto il loro tempo (il resto è molto minestra riscaldata).

L’incentivo all’innovazione viene dato
in un momento sbagliato

Questo punto è una conseguenza del precedente, in un certo senso. Poiché non è richiesta alcuna rive-