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Brevi cenni sull’universo (aperto)

Un detto piuttosto famoso recita più o meno “chi ha come unico strumento un martello, tende a vedere qualsiasi problema come un chiodo”. Sembrerebbe questa la ragione per cui un giurista tenda a vedere qualsiasi tema come un tema giuridico. Mi dichiaro allora colpevole del reato ascritto: vedo l’“open” dal punto di vista giuridico. In questo capitolo discuterò dell’openness, apertura, in tecnologia, in senso generale, per fornire una piccola teoria generale che possa funzionare come guida intellettuale per tutti i capitoli successivi. Mi occuperò in seguito di tutte le sfaccettature dell’open, dall’open source / software libero all’open content, dagli open data agli open standard, dall’open hardware all’open whatever. Questo capitolo è dunque da leggere obbligatoriamente per capire – quale fil rouge – tutto il resto della discussione.

Ma cos’è “open”?

Un altro detto famoso recita “non so cos’è la pornografia, ma la riconosco quando la vedo”. Molti pensano di sapere cosa sia l’open-qualcosa soltanto guardandolo. Ma, pur essendoci qualche affinità di concetti tra la pornografia e i diversi tipi di apertura di cui ci occupiamo, le cose non funzionano così. Per riconoscere cosa è “open” occorre saper riconoscere cosa è “chiuso” e dunque sapere in che modo qualcosa di immateriale possa essere chiuso. Guarda caso, e qui torniamo al punto di partenza, la gran parte dei modi nei quali ciò di cui ci occupiamo viene “chiuso” è una norma giuridica, si chiami esso “copyright”, “brevetto”, “diritto sui generis”, “segreto”. Pertanto,