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28 Open source, software libero e altre libertà


Avevo, in poche parole, avuto un contatto non ravvicinato con il software libero, e se a voi piace, “software open source”. Siccome la poca conoscenza è ben più pericolosa di una completa ignoranza, avevo tratto conclusioni che più sbagliate non potevano essere su quale potesse essere il futuro di quell’abominio.

E l’ignoranza si fece approssimata conoscenza:
il misterioso “codice sorgente”

Il primo contatto vero con il software libero fu una distribuzione marchiata Red Hat di GNU/Linux, doveva essere il 1996 o giù di lì.

Flash forward: anno 2000, il Millennium Bug, sul quale il giovane me aveva costruito un poco di notorietà, si era dimostrato una bolla di sapone. Delle migliaia di cause che si prospettavano a seguito del malfunzionamento del software con il passaggio al nuovo millennio, neppure una. Nel frattempo però avevo avuto modo di valutare come il fatto di non avere a disposizione il codice sorgente avrebbe potuto trasformare un evento tutto sommato banale – il fatto di aver utilizzato per definire l’anno con due cifre anziché con quattro – in una catastrofe profetizzata, tanto da apparire in numerosi film (nessuno memorabile, per la verità).

Non avere il codice sorgente fa sì che, anche se tu hai pagato profumatamente lo sviluppo del software, il software non sia veramente “tuo”. Puoi utilizzarlo così com’è, ma non puoi modificarlo e non puoi nemmeno vedere di preciso com’è fatto. Per coloro che non sono addentro alla programmazione, il software, ancora adesso, è sviluppato in questo modo: un pro-