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I contenuti open e le Creative Commons) 69


Ma tolte queste parti marginali, la CC0 è oggi lo strumento giuridico più affidabile per chi voglia completamente disfarsi in maniera pressoché definitiva di ogni diritto sulla propria creazione e consentirne ogni scempio. La CC0 rispetta la definizione di Free Culture.

È utilizzata anche per il software. Ma attenzione. Di tutti i diritti di cui ci si disfa con la CC0, uno di essi passa intatto dal filtro purificatore della nostra non-licenza: il brevetto.

Perché tale esclusione? Che io sia dannato se lo so. Chiedete a loro. Seriamente, il testo non è chiarissimo, afferma:

No trademark or patent rights held by Affirmer are waived, abandoned, surrendered, licensed or otherwise affected by this document.

Il che sembra voler dire che tali diritti possono essere sempre utilizzati anche per l’oggetto della rinuncia, anche se sembra un controsenso quanto meno per i brevetti (per i marchi, invece, ha senso, ne ho già parlato nel capitolo d’esordio, i marchi non interferiscono con la creazione di commons intellettuali!).

Come applicare la licenza a un contenuto1

La prassi più diffusa e consigliabile è quella di aggiungere un chiaro disclaimer con il nome esteso della licenza e l’indirizzo web in cui è disponibile il testo integrale della licenza. Nel caso di opere in for-

  1. Paragrafo adattato da Simone Aliprandi, Le licenze open content: capirle e usarle correttamente http://aliprandi.blogspot.it/2015/11/licenze-open-content-capirle-usale.html, CC by-SA 4.0.