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Open standard e brevetti

Con l’ipertrofia dei brevetti originatasi soprattutto negli Stati Uniti al volgere del millennio, e poi importata a rimorchio in Europa, ormai è pressoché impossibile realizzare una qualsiasi applicazione tecnologica senza violare più di un brevetto. Non importa se si tratti di uno standard di comunicazione, di uno standard sui formati, di uno standard multimediale, ogniqualvolta si tratti di normare un settore tecnologico, l’interferenza con (spesso molti) brevetti è inevitabile. È un problema? Sicuramente lo è. Per capire meglio di cosa si tratti, facciamo un piccolo passo indietro e chiediamoci a cosa servano i brevetti.

La funzione dei brevetti nell’economia
La teoria economica fondamentale

I brevetti vengono pacificamente riconosciuti come un incentivo all’innovazione. La teoria economica è sufficientemente chiara e semplice. Tizio inventa qualcosa, ci mette anni e anni, investe ingenti capitali in ricerca e sviluppo, va sul mercato. Realizzare il suo prodotto costa dieci euro. Ma se lo vende a dieci euro e dieci centesimi, cosa ne è di tutto l’investimento fatto? Per cui ammortizza il costo su un numero sperato di prodotti venduti. Il prodotto dunque esce a quindici euro.