Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/122

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e ’l Boccaccio «per non ismarrirle o scambiarle, fece lor fare un certo segnaluzzo»; considerate che’l Petrarca, in loco di «parlare», verbo e infinito, ripon «credere», verbo e infinito; in loco di «stanchi», verbo e soggiuntivo, rimette «giri», verbo e soggiuntivo; il Boccaccio in loco di «smarrirle» sostituisce «scambiarle», verbo infinito medesimamente, e col medesimo articolo o pronome appresso. Vedete come le parole, che si rimettono, sono della forma stessa di quelle che si bevano, e come quadrano a punto in luogo loro. Essaminate ora il vostro detto, se sta cosi: «Non mostrate queste cianze o le dite». A «mostrate» aggiungete il nome di poi ; a «dite» l’articolo dinanzi. Vedete che la forma è diversa, e con «le» di piú, che non bisognava; la qual particella, accennando un altro principio di parlare, divertisce dalla negazion di sopra. E non accade che voi rispondiate che l’articolo rappresenta il nome: perché quest’«O» è una lettera (come si dice) fatta con le seste, e con le seste vuol sempre commetter le sue parole; ed ogni minima differenza, che sia tra quel che si commette e quel che si scommette, il pieno non entra nel vóto a punto: e cosi la sua tausia non va bene. Voletevene chiarire? Ditelo con le medesime forme, cioè l’una parola e l’altra, senza articolo, in questo modo: «Non mostrate o dite queste ciance a niuno»: o veramente ambedue con l’articolo, e, mettendo «ciance» davanti, seguitate poi: «Non le mostrate o le dite a niuno». Non sentite all’orecchio che in questo modo entra senza intoppo? e che nel vostro s’impunta in sull’orlo? Percioché la particella «O» non niegaper se stessa, o ritorna per la negativa di sopra; ma. scambiando solamente le cose negate, piglia come di balzo la negazione, e non come di colta. E che sia vero, tornate un’altra volta al primo essempio del Petrarca, e vedrete che quell’«O» non fa altro che tór via «parlare»; ed entrando «credere» in suo loco, la negativa gli cade adosso per se stessa, e non v’è tirata dalla forza dell’«O», la quale in questo caso si cancella anch’essa, e rimane solamente «non credere»; e negli altri essempi similmente. Ora avendo quest’«O» forza di mutare la còsa davanti, cosi negando come affermando, convien maneggiarla con molta avertenza, per