Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/136

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ad ingiuriarlo) non avete mai cessato di caricarlo di nuove ingiurie? quando egli stette piú mesi, non che giorni, che prima non seppe, di poi non volse pur mostrare d’essere ingiuriato da voi? quando fuggi piú che potette di tirarsi le vostre lappole adosso? quando, in somma, voi e li vostri l’avete tolto á perseguitare per modo, che non gli è bastata né pazienza, né dissimulazione, né silenzio a levarvisi da torno? Non vi siete contentato di tassarlo solamente con la prima censura, che avete voluto scrivere e riscrivere tante altre volte: avete voluto poi, rivocando il vostro divieto, che i vostri scritti si spargano per modo, che non prima vennero in mano al Caro, che ne furon pieni tutti gli studi d’Italia e tutte le corti, si può dir, di cristianitá. Da Bologna, da Lucca, da Vinegia, per fin di Francia se ne scrisse a Roma; che egli non s’era ancor mosso e se ne stava senza farne pur motto, come quegli che mal volentier entrava e nessun tempo avea di stare in questi intrichi. Ma egli non s’è mai tanto ritirato da volerla con voi, quanto voi piú siete diventato insolente ed insopportabile. Tutta Roma ha veduto che egli se n’andava ristringendo in sulle spalle, con animo di sopportare tutti i carichi ricevuti da voi, quando certi vostri cagnotti gli abbaiavano tuttavia d’intorno, rimproverandoli la temenza e la tardanza di rispondervi e vantandosi per tutto che (mercé di questa vostra gran fazione) il mondo si fosse chiarito del poco sapere e del poco valor suo. Non si sono messi alcuni fino a pregar gli amici suoi che lo confortassero ed animassero a rispondere, mostrando che vi sarebbe gratissima questa occasione di far vedere al mondo la grandezza della vostra dottrina? E poiché alla fine v’è stato risposto da’ suoi difensori tanto che bastava a purgar le vostre calunnie, non si curando egli di poi che la risposta si publicasse, non gli è stato fatto intendere, per vostra parte, che ne paghereste la stampa del vostro, perché si mandassero fuori? In questo modo intendete voi d’esser provocato da lui? Oh! cosi la intendeva ancora la serva del Molza, quando, ripresa d’aver detto villania alle vicine, ancora che fosse stata la prima a muovere, se ne scusava con dire, che rispondeva. E non è gran fatto che ancora